La nostra esperienza di volontariato a Namaste


Questa esperienza è arrivata alla fine del nostro viaggio come un raggio di luce.

Non sarà mai abbastanza il tempo e non saranno mai abbastanza le domande per tentare di comprendere il complesso ed incredibile paese che è l’India, in tutta la sua follia e meraviglia, in tutta la sua disarmante contraddizione.

Ma questi giorni a Namaste sono stati come una piccola risposta di speranza a tutti i nostri interrogativi irrisolti.

Abbiamo visto e toccato con mano una realtà che funziona. Abbiamo visto come le persone che lavorano per questa realtà si impegnano ogni giorno per aiutare i ragazzi e le loro famiglie. E’ un lavoro complesso, che richiede costanza e determinazione, che si scontra in ogni momento con tutte le difficoltà che sopraggiungono a volte inaspettatamente, a volte inevitabilmente. L’esondazione di un fiume, il crollo di un tetto, un padre allettato che non può più prendersi cura della sua famiglia, una madre che deve farsi carico di tutte le responsabilità.

Eppure grazie al contributo di Namaste, a queste difficoltà viene data una risposta che assume un significato di speranza e quindi di possibilità. Aver percepito questa cosa è stato ciò che più ha reso quest’esperienza fonte di crescita per noi. Dopo mesi di viaggio, sguardi attenti sulle cose e sulle dinamiche a volte tanto lontane e tanto diverse da quelle del nostro paese, i giorni in questa realtà ci hanno restituito una risposta assolutamente semplice sebbene estremamente complessa nella sua realizzazione. Un risposta ch vale in India, ma che è anche ciò che abbiamo imparato in Italia nel nostro lavoro come educatori.

Aiutare gli altri significa prima di tutto dare loro una possibilità, una speranza di vita migliore, insegnando loro a sognare, a desiderare. E dando loro gli strumenti per farlo.

I ragazzi delle case famiglia ti investono con la loro gioia e il loro affetto, curiosi e interessati. Una delle prime domande che ci hanno fatto è stata quale fosse il nostro obiettivo nella vita, il nostro sogno. Che domanda difficile. Ma quante possibilità di scelta abbiamo noi a questa domanda? Infinite. Ed invece questi ragazzi quante risposte avrebbero? Ecco. Sembra una cosa semplice, così piccola. Invece a noi sembra enorme, e meravigliosa. Namaste da loro la possibilità di porsi questa domanda, di desiderare risposte. E di potersi impegnare per far si che un giorno diventi realtà. Pone le basi per un futuro, migliore, diverso.

Questa esperienza è stata intensa e bellissima, fonte di riflessione e di infiniti interrogativi che si aprono, ma anche di piccoli pezzettini di risposte che si riconnettono.

Mettiamo nel nostro zaino ancora una volta la convinzione che l’India è sempre capace di stupirci. Questa volta torniamo a casa con la consapevolezza che realtà come Namaste possono davvero fare la differenza, cambiare le cose e i punti di vista. È complicato, difficile ma soprattutto si fa insieme. Due paesi lontanissimi, e non solo geograficamente, l’aiuto di chi può, il lavoro di chi quell’aiuto lo distribuisce e lo rende fruibile, perché sta vicino ogni giorno a tutti quei ragazzi che lo ricevono, insegnando ad apprezzarlo e a sfruttarlo al meglio.

Grazie di cuore a tutte le persone che ci hanno regalato questo raggio di luce.

Elena e Luca
(volontari Namaste)