Sostegno a distanza in Moldova


2010-asilo-cigirleni-01Il sostegno a distanza in Moldavia

Come in India, anche in Moldavia abbiamo cominciato con il sostenere a distanza in modo continuativo dei bambini del villaggio di Mihailovka, normalmente privi del padre. Il governo dà alle madri nubili, divorziate o vedove una piccola cifra mensile per i bambini, ma si tratta di una cifra veramente irrisoria, mentre i bisogni sono tanti, specialmente in un paese così freddo d’inverno, a cominciare dal riscaldamento e da scarpe  e vestiti caldi.  La scuola è gratuita, ma ci sono da comprare libri, quaderni e cancelleria. Qualche pacco-cibo e detersivi vari completano la lista dei bisogni primari. E’ anche possibile (molto meno costoso che per l’India) inviare pacchi di generi vari. Laggiù abbiamo una corrispondente che parla benissimo l’italiano e che traduce le letterine, nostre e dei bambini, prende le foto ed aggiorna le notizie, oltre a comprare il necessario con la cifra a disposizione.

Notizie sulla Moldavia

La Repubblica Moldova, o Moldavia, è una lingua di terra compresa tra l’Ucraina e la Romania. Una volta ‘orto della Russia’, ha conquistato l’indipendenza negli anni ’90 e superato diversi tentativi di annessione alla vicina Romania. Il pilastro dell’economia nazionale è sempre stato tradizionalmente il settore agricolo, grazie alla estrema fertilità del terreno, alle condizioni climatiche e al basso costo della manodopera. Con l’abbandono da parte dell’ex Unione Sovietica e lo smantellamento dei Colcos, il paese e i suoi abitanti sono stati letteralmente abbandonati a se stessi. Oggi la maggior parte dei contadini moldavi vive senza far nulla, a parte coltivarsi delle strisce di terra per il fabbisogno personale. Il rigido inverno rende poi difficile lo svolgimento di qualsiasi attività agricola per almeno 6 mesi all’anno, in un paese dove al momento a rifiorire è solo la capitale: Chisinau. Appena fuori dalla città si estende il deserto dei campi incolti, segno che una volta l’agricoltura e gli allevamenti erano attività dominanti per ogni famiglia. Oggi, gran parte dei moldavi vive delle sole rimesse dei familiari all’estero.

E’ per questo che sono in molti, soprattutto tra le donne, a decidere di emigrare altrove: Russia, Italia, Israele o Germania. La diaspora del popolo moldavo è cominciata negli anni ’90 e da allora non ha più subito arresto. I rigidi inverni mietono molte vittime, soprattutto tra gli anziani, che non possono permettersi di riscaldare le loro cadenti dimore. Da qualche anno alcuni imprenditori europei guardano alla Moldova come destinazione dei loro investimenti, che restano però concentrati nei servizi e, territorialmente, nella sola capitale. E spesso non è certo lo sviluppo del paese il baricentro dei loro progetti imprenditoriali. Le campagne e il lavoro agricolo non interessano più a nessuno, tanto meno ai giovani.

Dove interveniamo: Mihailovka, 4.000 ab. (600 emigrati all’estero, per lo più in Italia)
Il villaggio di Mihailovka dista circa un’ora a sud dalla capitale ed è immerso nelle campagne incolte della Moldova meridionale. La situazione del paese è tra le peggiori della nazione, ci hanno spiegato: strade impraticabili (niente asfalto, solo fango ovunque), infrastrutture inesistenti, acquedotto e gasdotto incompleti. Anche qui l’attività principale è sempre stata l’agricoltura, ora abbandonata quasi del tutto, per la mancanza di canalizzazioni idriche, assenza di mezzi per il finanziamento di piccole unità agricole o di allevamento e totale mancanza di imprenditorialità da parte dei proprietari terrieri rimasti, semmai vinti dall’indolenza della rassegnazione.

Dei circa 4.000 abitanti del paese, più di 600 sono emigrati all’estero, lasciando spesso i figli ai nonni o a parenti. I più fortunati, in grado di pagarsi le spese del visto e di viaggio (circa 3.000€) cercano riscatto altrove, rischiando moltissimo, spesso come clandestini, ai limiti dell’illegalità. Le donne moldave prediligono l’Italia, dove hanno sentito che c’è speranza per loro come badanti di anziani e malati o come domestiche.