Si riparte. Ultimi appunti dal diario Namaste


Carissimi amici di Namaste,

tra qualche ora ho l’aereo per il ritorno.

Tutto finito?

La mia visita certamente finisce, e un pochino mi dispiace. Ma tutto continua, nella vita quotidiana dei nostri amici indiani, con modalità che sono diverse di anno in anno, ma continua soprattutto il nostro rapporto con loro, con i bambini e le famiglie con le quali abbiamo iniziato un percorso di amicizia e di condivisione. C’è anche qualche mattacchione che, come il mio Fredy, fa 700 chilometri in treno, da Chennai a Trivandrum, per venirmi a salutare e per darmi una mano.

Non ho avuto molto tempo, in queste tre settimane, per fare troppi ragionamenti ma di una cosa mi convinco sempre di più; questo è un mondo di giovani, e non sto parlando solo degli indiani, ma sto parlando proprio di noi; qui ci vogliono i giovani, quelli di spirito ma soprattutto quelli di età, perché ogni giorno è una sfida, una scommessa, un mettersi in gioco. Come stanno facendo Camilla e Francesco, due volontari che da qualche mese stanno prestando la loro opera qui in Kerala. Ed è sorprendente il gusto che si prova, a cena, quando ognuno racconta la propria giornata; al di là delle differenze di età, culturali, religiose, e chi più ne ha più ne metta, ciò che ci unisce è la solidarietà, la scelta che ci riempie il cuore.

Che cosa lascio?

Nulla, ma porto con me tanto, e non sto parlando delle spezie nel valigione, ma dei rapporti umani con tutti coloro che ho incontrato; mi porto dentro l’amico, il fratello e la sorella che, gratuitamente, mi sono stati donati.

Lele

(Gabriele Burnazzi)