Un fiore “speciale” e la ricetta del tiramisù!


Nanditha

In un caldo pomeriggio nel sud del Kerala in un villaggio lontano da Varnun, in mezzo alla foresta di palme, abbiamo scoperto un fiore bellissimo, riparato dietro un cortile oscuro di una casa misera, ma che esprimeva molta dignità. Questo fiore  è un ragazza “fragile” poiché, a causa di una encefalite all’età di 9 anni, ha perso l’uso delle gambe e del braccio sinistro.

Da questo corpo fragile e indifeso, è uscita la forza della vita e della possibilità che l’uomo ha di riuscire a realizzare i suoi sogni, nonostante tutto. Questa ragazza, il cui nome è Nanditha, coltiva l’hobby della pittura su vetro, guarda la televisione con i programmi italiani, parla bene in inglese e viene trasportata tre volte alla settimana in braccio dalla madre, e poi con un risciò, fino a scuola, dove però, riesce a stare poco tempo seduta, a causa del suo mal di schiena.

Dalle espressioni del viso e dai suoi occhi splendenti, traspare il forte desiderio di apprendere molto di più, facendosi aiutare da un insegnante privato a casa. Alla domanda: “Qual è il tuo sogno?” ci ha risposto immediatamente: “Diventare medico pediatra”.

Noi di Namaste, vedendo la sua forza e determinazione, crediamo fermamente che un giorno lei diventerà una bravissima pediatra e che sarà una grande risorsa per il suo paese e per la sua famiglia, afflitta da problemi economici e di salute, anche del padre. Lo crediamo fermamente perché pensiamo che ogni persona abbia diritto a realizzare i propri sogni in base ai propri talenti e aspettative, al di là della situazione che vive in quel momento.

Le aspettative di Nanditha sono alte, ma grandi sono le sue capacità e la voglia di lottare. Noi europei, che siamo venuti qui con grandi progetti e credendo di dare il nostro contributo nel migliorare la situazione sociale, economica e sanitaria – vedi progetto “Mobile Health care” – siamo inutili e inermi se dall’altra parte non c’e’ la voglia di cambiamento secondo la loro modalità e cultura. Non a caso tra i valori di Namaste c’è il rispetto: nessuna idea, nessuna proposta, può essere imposta, tutto deve confluire nel tempo indiano e nello stile di vita così diverso dal nostro!

Per terminare, alla fine dell’incontro, abbiamo chiesto a Nanditha cosa desiderava ricevere in dono al prossimo incontro. La sua risposta ci ha disarmati tutti: vuole che le portiamo un “tiramisù”, e con l’unica mano che può muovere, ha fatto anche il gesto di potersi sollevare fisicamente.

In altre parole, non un nuovo vestito o altre cose, ma qualcosa della nostra cultura e della nostra vita. Da questo abbiamo capito che proprio questo scambio culturale dà il senso del nostro essere qui, nel dare e nel ricevere.

Anche se noi stiamo ricevendo molto di più di quello che riusciamo a dare!

Adesso però attendiamo da voi istruzioni dettagliate… per fare un buon “tiramisù”. Mandateci la ricetta!

Fabio, Lele, Paolo … 

Gennaio 2017