Diario di una volontaria Namaste: con i bambini la felicità è nelle piccole cose


Quando sono partita per l’India avevo alla caviglia destra una di quelle classiche cavigliere comprata in una bancarella in spiaggia. Dopo qualche giorno di occhiate “minacciose” delle ragazze delle case famiglia, mi hanno giustamente fatto notare che lì tutte le donne hanno due, e rigorosamente due, cavigliere in argento con dei sonagli, e che, effettivamente, la mia cavigliera stonava molto in mezzo a tutti quei tintinnii.
Così in poco tempo ho rimediato e anche io mi sono comprata le mie due belle “cavigliere indiane”.
Adesso che sono tornata, quando cammino e sento il tintinnio delle cavigliere se chiudo gli occhi per un attimo la mia testa viaggia e torna con velocità in India dove, tra le risate dei bambini, la colonna sonora era sempre “tin tin tin”.
Penso che le terrò ancora per molto tempo.

Durante la mia permanenza in India, giorno dopo giorno, sono venuta a conoscenza di usanze totalmente diverse da quelle a cui ero abituata. Mi sono resa conto che non importa quanto tu abbia letto o visto immagini sull’India, finché non la vivi non capirai mai quanto diversa, ma allo stesso tempo bellissima sia la loro cultura. Una cultura in cui i bambini piccoli vengono truccati e resi più brutti per scongiurare il fatto che qualche divinità li possa rubare, una cultura in cui forchetta, cucchiaio e coltello sono superflui, e dove girare per strada a piedi può diventare la cosa più complicata che tu abbia mai fatto. Tra tutte, la cosa che più mi ha colpito è vedere come le emozioni occupino un ruolo totalmente diverso. Culturalmente sono abituati a non mostrare quasi mai le emozioni che provano, che siano di gioia o di tristezza. Nonostante questo però, in tutte le persone che ho incontrato nel mio viaggio ho sempre notato i loro occhi: vivi, pieni di dignità e rispetto, sebbene la vita che avevano alle spalle fosse tutt’altro che semplice.

La mia esperienza a Namaste purtroppo è stata breve. Sono arrivata a ridosso della festività di Onam, per cui i ragazzi delle case famiglie sono tornati a casa per qualche giorno.
Nonostante questo, in poche settimane, sono riusciti a trasmettermi un calore che mai avrei pensato di provare in così poco tempo e mi hanno lasciato la voglia di tornare al più presto.
Namaste è un luogo luminoso, dove non importa quale sia la tua storia e quanto difficile siano state le esperienze che hai vissuto, a Namaste i sorrisi e le risate sono sul volto di tutti i bambini. Bambini in grado di regalarti tanto affetto, nonostante loro di affetto ne abbiano ricevuto troppo poco.
Bambini con i quali anche il gioco più semplice diventa fonte di divertimento e con i quali ho imparato che è proprio vero che la felicità sta nelle piccole cose e nei piccoli gesti.

Namaste ti fa tornare a casa con tante consapevolezze in più, sapendo di aver fatto crescere qualcuno e di essere cresciuto tu stesso, ti lascia la mente piena di pensieri che hanno bisogno di tempo per poter essere riorganizzati, ma che sicuramente non verranno dimenticati.

Mi hanno sempre detto che l’India non è un paese per tutti, o la si ama o la si odia.
Io adesso la amo.

Emilia Babaoglu
volontaria Namaste