1 gennaio 2013: Oggi sono stata a Pozhioor, un villaggio di pescatori, a parlare con il parroco a proposito di un progetto che forse attueremo insieme, ma poi mi sono fermata un attimo al mercato del pesce, per comprare un po’ di cozze, che qui sono ottime, grandi e non costano nulla.
E mentre vagavo per il mercato, ho visto una tartaruga, riversa sul dorso, sotto il sole. Immobile. Pensavo fosse morta, ma toccandola ha avuto una reazione molto vivace.
Immediatamente ho pensato al suo destino di morte, oltre che alla sua sofferenza attuale. Non potevo proprio andarmene lasciandola a questo destino ! Il fatto che sia una specie protetta non ha molto senso qui, dove non si pesca per sport ma per sopravvivere: in teoria avrei potuto chiamare la Polizia, ma tutto il villaggio mi avrebbe biasimato e considerato una stupida “vellacari” (faccia bianca, così chiamano qui noi occidentali) che non si fa i fatti suoi e che non si rende conto dei loro problemi.
Così ho chiesto il prezzo della povera malcapitata: meno di 10 euro! Non ho mercanteggiato ed è stata subito mia. Lasciando di sasso il parroco del villaggio (che mi aspettava per mostrami la scuola pericolante) l’ ho caricata, un po’ stordita ma molto reattiva, sul pulmino e mi sono diretta alla spiaggia, dove, tra lo stupore dei presenti, ho rovesciato l’animale, che ha fatto un immediato dietro front, dirigendosi senza esitazioni verso il mare. Alcuni pescatori erano lì a guardarmi, tra l’allibito ed il faceto: una pazza “faccia bianca” che spende tanti soldi per divertirsi a veder una tartaruga tornare nel mare.
Non posso biasimarli: il loro lavoro è catturare il pesce per venderlo e così nutrire la propria famiglia. Sono persone che non possono permettersi il lusso di sentimenti animalisti o di riflessioni ecologiste.
E tuttavia, quando la tartaruga si è immersa nelle onde ed ha preso il largo, anche loro erano felici: i loro occhi luccicavano un po’ e l’iniziale sorrisetto ironico si è trasformato in rispetto ed approvazione.
Questa tartaruga, salvata proprio il primo giorno del 2013, voglio considerarla come auspicio di un nuovo inizio: una seconda chance data a lei e a tutti noi per vivere il nostro futuro in modo più giusto, solidale e rispettoso della vita e delle sofferenze degli altri. Buon anno a tutti !