Alla festa della scuola con i bambini delle case famiglia Namaste


Da qualche giorno le ragazze delle nostre case famiglie chiedono con insistenza, a me e ai volontari Namaste, di partecipare alla festa della scuola « Please come, please come, please ! ».

Le vedo, appena hanno un momento libero, mentre si allenano in esercizi fisici o preparano una danza tradizionale. Tutte le mattine prima di andare a scuola e al pomeriggio di ritorno da scuola. Davanti, in prima linea, c’è sempre Anakha, movimenti perfetti, graziosa e leggera. Le altre ragazzine la seguono, lei è il punto di riferimento.

Frequentano tutte la scuola elementare di Veliyannoor che accoglie le bambine e i bambini dal V standard al VII standard (dalla quinta elementare alla seconda media). Così ne parlo con gli altri volontari e decidiamo di andare, in fondo anche questo è lavoro solidale, partecipare alle attività dei nostri bambini.

Alla scuola di Veliyannoor, come in molte scuole indiane in campagna, il grande cancello è completamente aperto. La scuola è un luogo di apprendimento, di felicità e di vita. A nessun bambino verrebbe in mente di fuggire da un luogo simile e a nessuno verrebbe in mente di entrare per disturbare.

Solo un piccolo e basso muretto circonda l’edificio, una costruzione semplice, con le classi che si affacciano su un lungo corridoio all’ombra per proteggersi dal sole tropicale.

Tutti i bambini della scuola ci accolgono con gioia e sorrisi, quelli di Namaste, una ventina, sono molto orgogliosi della nostra presenza, non tutti i giorni una delegazione straniera viene a osservare lo spettacolo di fine anno. I ragazzi più grandi circondano il nostro Francesco, i più piccoli si stringono intorno a Camilla.

La direttrice viene verso di noi per accompagnarci nella sala dove ci sarà questo famoso spettacolo e si congratula con me, “i vostri bambini” sono studiosi e sempre ben educati. Frequentano la sua scuola da anni e lei ne è felice. Ci sistemiamo allora tutti insieme su un lato. Tutti gli occhi sono puntati su di noi.

L’agitazione dei bambini è palpabile. L’anno scolastico sta per finire e la settimana prossima inizieranno gli esami finali, dureranno due o tre settimane e poi, a fine marzo, la scuola chiuderà per due mesi.

Sono le 11 e 30 quando finalmente inizia lo spettacolo. Durerà tutta la giornata ma non lo sappiamo ancora. Canti, balli, sketch, esperimenti di chimica, indovinelli e giochi matematici si avvicendano. Ci sono anche giochi e quiz per i genitori, soprattutto mamme che vengono a incoraggiare e ammirare i loro figli.

Di solito nessuno viene ad applaudire e fotografare i bambini di Namaste. Ma oggi sì, ci siamo noi, un pubblico entusiasta e affettuoso che ha applaudito tutto. Li osservo questi nostri bambini, sono felici, giocano e scherzano con gli altri, niente distingue Sunil da Kraison, tranne la loro storia. E non importa che uno dorma a casa dei suoi genitori e l’altro in una casa famiglia di Namaste, sono amici e non fanno altro che ripeterlo: “My frrrriend!”.

Mentre cantano, Akash e Sooraj mi guardano, come alla ricerca di approvazione e di riconoscimento. Loro sono felici, orgogliosi di essere in scena e io sono emozionata per loro. Mi piacciono questi bei momenti di leggerezza, sorrisi e tenerezza.

Il pranzo è pronto e si fa una pausa. Siamo tutti invitati a condividerlo: riso e verdure, spezie, spezie, tante spezie. E’ una scuola pubblica e quindi il pranzo è gratuito per tutti. Poi lo spettacolo riprende, la nostra Sandra anima brillantemente un gioco per i genitori, Jaya Deepu ha invece un po’ di problemi con il suo esperimento di chimica ma riesce comunque a venirne fuori.

Il tempo passa e fa sempre caldo. E’ il momento per tutti di fare merenda e a noi servono biscotti al caffè.
Tutti i bambini, grandi e piccoli, sono calmi e allegri, a volte escono dalla sala, vanno fuori a giocare o a prendere un po’ d’aria fresca (si fa per dire). Poi, tranquillamente, tornano a sedersi.
Sono già le 4 del pomeriggio, Anakha e le altre ragazze non hanno ancora ballato, né i nostri ragazzi della boys home! Improvvisamente lo spettacolo si sposta all’esterno, si sistema l’audio, a tutto volume naturalmente.

Finalmente le ragazze cominciano a sistemarsi, Anakha è sempre in prima linea. Sono emozionate ma concentrate. Si impegnano e non sbagliano un movimento, sono superbe. I ragazzi invece si lanciano in un boogie boogie “You put your left hand in, you put your left hand out…”.

“Karate! Karate!”. E’ il momento delle ragazze più grandi che ci mostrano una serie di movimenti di karate. “Yama Suki! “Kiba Dachi!”. Il busto dritto, orgogliose, forti. Pugni chiusi, aria minacciosa nonostante il tulle bianco dei vestiti da principessa. “Proud to be a girl!”. Fiere di essere ragazze!

La giornata finisce, una giornata meravigliosa, piena di emozioni e di gioia, che ancora e sempre dà senso al nostro lavoro.

Claudine Tissier
Febbraio 2019

Video: