Le storie che incontro: A. e la sua famiglia


In questi giorni di permanenza nel centro Namaste ho cominciato ad accompagnare gli operatori che si impegnano a visitare con regolarità le famiglie sostenute, monitorare la situazione di salute e l’andamento scolastico del bambino oltre che rilevare e comunicare tempestivamente situazioni che richiedano un intervento specifico.
Le storie che incontro sono sempre tutte molto dolorose. Bambini e ragazzi che vivono perlopiù in abitazioni fatiscenti, con situazioni familiari al limite, molto spesso a causa di padri alcolizzati e violenti.
Voglio cominciare a raccontare alcune di queste storie, perché grazie a Namaste, un barlume di luce si sta accendendo su queste vite.
Per una volta vorrei usare la fotografia per smuovere le vostre coscienze. C’è un mondo che soffre e noi spesso ne restiamo indifferenti!
Aiutare l’associazione sarebbe una buona cosa!
Anch’io sto pensando cosa posso fare, per ora mi limito a raccontare, poi al mio ritorno metterò in vendita una tiratura di foto di questo progetto indiano per devolvere tutto all’associazione.

Questa è la storia di A., una bambina di 6 anni.
Il padre ha abbandonato la famiglia nel 2018, ma ogni tanto passa da casa e in quelle occasioni litiga sia con la moglie che con le figlie.
La madre si è diplomata al liceo superiore e adesso sta lavorando come apprendista a Mithraniketan per imparare a intrecciare le fibre di cocco. Al momento guadagna 40 euro al mese.
A. ha una sorella più piccola. La nonna materna vive con loro.
La famiglia possiede un pezzo di terra di proprietà della madre, sul cui terreno sorge un’abitazione, costruita con prestiti chiesti a società di finanziamento. I lavori della casa però sono rimasti incompiuti a causa delle scarse entrate, perciò la famiglia vive in una piccola capanna fatta di lamiera e che si trova sul terreno di alcuni parenti. In questa baracca non c’è nessun servizio: c’è solo una lampadina che ha l’attacco nella casa dei vicini.

18/02/2020

Francesco Comello