L’altra faccia dell’India Associazione Namaste onore a te: una vacanza diversa


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

…questa io la chiamo passione! Che è contagiosa, che ti solleva anche quando sei stanca, che ti fa vedere il mondo con occhi diversi…

Sull’onda dell’entusiasmo di alcuni amici che partecipano ai miei corsi di Kundalini yoga, ho deciso di tornare in India. Avevo già visitato questa fantastica terra: una prima volta spostandomi attraverso varie zone del Rajastan fino alle vette dell’Himalaya, con un gruppo di insegnanti di yoga; una seconda nell’atmosfera tranquilla di un Ashram ad Udaipur per 10 giorni. Ogni volta esperienze diverse e stati d’animo differenti; ogni volta partendo con un bagaglio emotivo di un colore e tornando con una valigia completamente diversa, ma ogni volta con sfumature di cui fare tesoro prezioso dentro di me.

Nei racconti dei miei due amici, sostenitori di alcuni bambini per conto dell’Associazione Namaste – onore a te -, di Bologna, qualcosa di ancora diverso: negli occhi di Paola vedevo i sorrisi dei bambini, nello sguardo di Giovanni rispecchiavo la fluidità di quel tempo che in India sembra non trascorrere mai, anche quando i giorni procedono veloci. I loro inviti ad unirmi a questa esperienza mi hanno spinto dapprima a sostenere come Centro Surya una bambina in Kerala; il “caso” ha poi voluto che un’altra amica, allieva in un altro gruppo di yoga, decidesse di intraprendere lo stesso viaggio, nello stesso luogo e per lo stesso motivo: vedere con i propri occhi e vivere sulla propria pelle la vita dei bambini che si decide di sostenere a distanza. Questo secondo invito mi ha convinta a comperare il biglietto e a prepararmi ad incontrare un India ancora diversa.

L’Associazione Namaste – onore a te svolge un lavoro di sostegno e adozione a distanza dal 1996. Oltre a questa attività hanno fatto partire diversi progetti (alcuni conclusi, altri in atto) tra i quali: sostegno dello studio e della salute, come asili, doposcuola, attività di informazione scolastica e professionale, progetti artistici, squadre sportive, progetti di informazione igienico sanitaria; mense per i poveri; sostegno agli anziani; progetti di formazione e sviluppo, in particolare rivolti alle donne residenti in comunità di particolare disagio sociale ed economico, come corsi di informatica e corsi di cucito, per cui hanno fornito le attrezzature e creato percorsi di taglio, cucito e confezionamento. L’associazione è attiva anche nelle situazioni di emergenza, come le campagne di raccolta fondi diretti ad associazioni o gruppi locali impegnati sul territorio, come è stato per il terremoto in Emilia e per il recente terremoto in Centro Italia.

Ho conosciuto Claudine, Presidentessa dell’Associazione, e Fabio, marito di Claudine, poco prima di partire per l’India, e già il loro entusiasmo mi aveva contagiato. “Sono due persone instancabili”, mi aveva quasi ammonito Paola prima di partire: dalla mattina alla sera la loro vita, il loro pensiero, la loro attitudine era completamente immersa nella vita che li circondava. Questa io la chiamo passione! Che è contagiosa, che ti solleva anche quando sei stanca, che ti fa vedere il mondo con occhi diversi.

Cominciamo andando negli asili e nelle famiglie che abitano nelle campagne circostanti, a Vellanad. Claudine e Fabio sono di casa, e le persone li accolgono con lo stesso entusiasmo complice. Il disagio del caldo, dell’umidità, delle zanzare, dagli ambienti che sicuramente non corrispondo alla “nostra” idea di confort e pulizia, passa in secondo piano quando vieni accolto nelle loro case con gesti e rituali così generosi.

Una cosa mi ha sempre colpita dell’India, o meglio dei suoi abitanti: i sorrisi e la leggerezza con cui vivono la quotidianità. Vero’ è che non si possono paragonare due culture così diverse come la loro e la nostra, ma quando ti relazioni a loro comprendi d’istinto che puoi solo modificare i tuoi pensieri, le tue sensazioni e i tuoi comportamenti e lasciarti andare sulla scia della loro vita. Questi sorrisi accoglievano Claudine e Fabio, così come in poco tempo hanno accolto me, Rosamaria, Miriam e Eleonora (due giovani volontarie); non potevi che abbassare le tue difese e farli entrare!

Questi sorrisi stridevano con la povertà che circondava queste persone: baracche, servizi igienici inesistenti, una camera per quattro persone, alcune senza nemmeno letto né materasso. Difficile restare lucidi in certe situazioni; solo i loro sorrisi quando ti facevano vedere che il tetto era stato riparato grazie ad un sostenitore, o che era stato possibile comprare il materasso, così come rimettere a nuovo le pareti di casa e le finestre. Non c’è stato spazio per l’orgoglio; puoi avvicinarti a questa realtà solo contattando l’umiltà e andando oltre ogni giudizio e pregiudizio, e attraversare le emozioni che, così intense, rischiano di sopraffarti. Cosa non facile nell’abitudine del nostro mondo così “comodo”. Poi guardavi Claudine e Fabio: non c’erano domande, quesiti, dubbi, solo una strada che pur non essendo tracciata da nessuna parte tu sapevi esserci, e che intuivi anche molto chiaramente! Poi guardavi le ragazze, i ragazzi, i bambini delle case famiglie e degli asili: tanta voglia di esserci, tanta voglia di ridere, di condividere con te, di conoscerti, e conoscere, attraverso di te, la vita di un mondo lontano. Certo la stanchezza prendeva il sopravvento a volte; ma appena mi sintonizzavo con il loro ritmo sentivo che ero dove volevo essere.

Claudine e Fabio ci hanno fatto vivere nell’associazione e con l’associazione: la concretezza del loro lavoro ha reso possibile conoscerla e soprattutto farne parte attivamente. Ho avuto l’onore di insegnare una classe di Kundalini Yoga alle ragazze residenti nelle case famiglia: un regalo prezioso che custodisco nel cuore e nella mente!

Preparando la valigia per il ritorno mi sentivo confusa, uno stato simile a quello percepito quando osservavo il movimento ciondolante della testa, tipico delle persone indiane incontrate durante la permanenza: un movimento veloce ma fluido, che non significava né sì né no, che non sapevi dove posizionare……E che l’unica possibilità che lasciava era quella di muoverti con loro assorbendo il loro tempo e il loro spazio .

Ho sempre sostenuto che l’India ha la capacità di aumentare al 100% tutto il carico emotivo! Però poi torni a casa e sai che …. Ritornerai!

Anna Manderioli
Psicoterapeuta, Presidentessa Centro Surya