La Casa…


LA CASA (S. Endrigo)

 

Era una casa molto carina

 

A vederla da lontano, persa nella giungla, potrebbe dare adito a pensieri romantico-eroici di stampo salgariano…

 

senza soffitto,

 

… poi ti avvicini, e vedi che è una capanna di una sola stanza. Non si capisce neanche dov’è la porta, perché non si distingue dai muri: teli di plastica fissati ad un’intelaiatura di bambù. Il tetto è fatto di foglie di palma da cocco intrecciate e seccate, ovviamente ricoperto di plastica: ci sono le piogge monsoniche da affrontare qui…

 

senza cucina;

 

… forse non è corretto: la cucina c’è. Sono otto sassi su cui si può appoggiare un pentolino. Otto sassi anneriti dalla fuliggine e ricoperti di cenere. Otto sassi in un angolo della capanna. Otto sassi su cui si prepara il fuoco…

  

non si poteva entrarci dentro

perché non c’era il pavimento.

 

… in effetti il pavimento non c’è, almeno non come lo conosciamo noi. C’è la nuda terra. Quella terra rossa così evocativa e così indiana, quella terra rossa polverosa sulla quale  le persone girano scalze, insensibili ad ogni asperità…

  

Non si poteva andare a letto

 

…  che letto? C’è uno stuoino in terra. Uno stuoino per far dormire cinque persone. Si trova all’angolo opposto ai  sassi. Vicino ci sono dei quaderni stropicciati, probabilmente è anche l’angolo studio. Così come una canna di bambù dell’intelaiatura è anche attaccapanni. E un’altra è mensola portaspezie…

 

in quella casa non c’era il tetto;

 

… sopra all’angolo cottura le foglie di palma e i teli lasciano uno spiraglio per far uscire il fumo. Ma far entrare l’acqua. Come si vive in cinque in una casa col pavimento di terra dove entra l’acqua a fiumi quando è la stagione delle piogge? Come si cucina quando la cascata dei monsoni ti si riversa sul fuoco? Davvero non mi so rispondere…

  

non si poteva far la pipì

perché non c’era vasino lì.

 

…. “This is the toilet”, mi ha detto Tadeus, il mio accompagnatore, quando gli ho chiesto del bagno, abbracciando con un ironico gesto la foresta. Che fortunatamente non è una foresta come la intendono loro, cioè con le tigri e gli elefanti, ma “solo” un angolino di giungla. No, niente vasino qui. C’è una latrina poco oltre, ma non è ancora costruita del tutto. E poi è di qualche  vicino. Che è già è gentile a fornire a questa famiglia l’acqua potabile del suo pozzo…

 

 Ma era bella, bella davvero

 

Jyothisha Mol ha tredici anni e sorride. I suoi due fratelli sono un po’ più piccoli e timidi. Mi presentano il loro cagnolino, arrivano due amiche. Quando faccio loro vedere  la foto che ho fatto al gruppetto felice ridono di gusto…

 

in Via dei Matti numero zero;

… il padre di Joythisha li ha abbandonati cinque anni fa; la madre per guadagnare quasi decentemente (3000 rupie al mese, circa 48 euro) lavora tutto il giorno lontana, come domestica presso una famiglia; il nonno non è il dolce vecchietto che adora i nipoti e racconta loro favole, ma un rude raccoglitore di noci di cocco, che sbraita ogni sera per sbarazzarsi del fardello costituito da quella donna e dai suoi figli, probabilmente è un tipo solitario, visto che ha litigato con tutti i parenti…

 

 ma era bella, bella davvero

in Via dei Matti numero zero.

 

… giungla di Panavoor, Kerala, India del sud.

 

 

Claudia