Sorprendente. Emozionante. Toccante.


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Care Valeria e Claudia,

come state? Noi tutto bene, siamo ormai da tempo rientrate nel tran tran quotidiano dopo le meravigliose giornate trascorse a Vellanad.

Abbiamo lasciato trascorrere un pò di tempo prima di farci vive perché avevamo bisogno di elaborare l’esperienza vissuta, di renderla nostra e cogliere delle sfumature che sul momento non ci erano chiare.

Innanzi tutto vorremmo ringraziarvi: ringraziare te, Valeria, per l’opportunità che ci hai dato, nonostante non ci conoscessi e non fossimo precedentemente coinvolte nelle varie attività dell’associazione, e te, Kla, per il supporto che ci hai dato per organizzare il viaggio e durante il nostro soggiorno (oltre alla buona compagnia che ci siamo fatte!).

Questa esperienza ci ha veramente dato tanto e non vorremmo che rimanesse isolata, fine a se stessa. Speriamo quindi di trovare il modo di darvi, nel nostro piccolo, una mano. Stiamo ragionando su alcune cose, appena riusciamo a tirare le fila ne parliamo. E comunque, prima o poi, se possibile vorremmo tornare in India!

Nel frattempo abbiamo cercato di mettere per iscritto, in breve, quelle che sono state le emozioni e le impressioni di quei giorni. Ovviamente c’è solo una piccola fetta di quello che abbiamo vissuto, è molto difficile riuscire a rendere concrete tutte le cose che ci sono passate nella testa e nel cuore (ancor di più se moltiplicate per due!).
Se ritenete opportuno pubblicare il testo sul sito ne saremmo ben felici. Per noi leggere le esperienze delle altre volontarie è stato utile e interessante.
Vi alleghiamo anche un paio di foto, è stato complicatissimo scegliere fra le oltre 2000 (!!!) che abbiamo fatto, ma questi bei sorrisi esprimono molto di quanto ci è rimasto nel cuore.

Vi abbracciamo e speriamo di vedervi presto!

Selena e Sabrina

Sorprendente. Emozionante. Toccante. È difficile usare degli aggettivi non banali per descrivere l’esperienza vissuta a Namasté.
Sono passati ormai un paio di mesi da quando siamo rientrate dall’India, ma soltanto ora abbiamo la giusta predisposizione d’animo per parlarne: un’esperienza così totalizzante deve essere “macinata”, interiorizzata e rielaborata.
Abbiamo conosciuto Namasté attraverso il passaparola, a ottobre abbiamo contattato Valeria e grazie alla sua disponibilità e all’impareggiabile aiuto di Claudia, siamo partite agli inizi di novembre. Obiettivo: dare una mano a svolgere le attività legate al periodo pre-natalizio, dalle traduzioni delle letterine che i bimbi scrivono alle loro famiglie adottive alla preparazione dei bigliettini di auguri.
Ci siamo trovate catapultate in una realtà che ci ha rapite, a volte rattristato, altre reso più leggere.
La sede di Namasté a Vellanad, composta dalla struttura dove ci sono gli uffici e gli alloggi per i volontari e i benefattori, da un asilo e da 5 case famiglia, è una sorta di piccolo villaggio, popolato principalmente da bambini di ogni età i cui occhi pieni di vivacità e il cui sorriso ti aprono il cuore fin dal primo momento.
A partire dal tardo pomeriggio, una volta finite le lezioni e i compiti, i cortili si riempiono del vociare dei bimbi più piccoli, delle ragazze che giocano a pallavolo e dei ragazzi che giocano a cricket. Li osservi così felici e spensierati e ti dimentichi completamente delle tragedie che ognuno di loro ha alle spalle, della fame che hanno patito, delle terribili situazioni familiari che hanno vissuto, del fatto che sono orfani. L’unica cosa che riescono a trasmetterti sono la gioia e la serenità allo stato puro.
Ti abbracciano, ti baciano, ti stringono la mano, non esistono barriere di sorta, neanche di tipo linguistico: se non ci si capisce, dato che il loro inglese non sempre è buono, ci si esprime a gesti o cercando di insegnare e imparare vicendevolmente espressioni in italiano, inglese o malayalam, la loro lingua. Per ogni fascia d’età esiste una chiave di comunicazione che, una volta scoperta, ti permette di diventare un tutt’uno con loro: con le ragazze si tratta della danza e di tutte le cose tipicamente femminili, dallo smalto ai piccoli pettegolezzi di tipo sentimentale; con i ragazzi ovviamente lo sport e i giochi matematici; con i bimbi più piccoli canzoni e giochi, soprattutto con le mani.
Namasté però non ci ha regalato solo immagini così poetiche e gioiose. Durante il nostro soggiorno abbiamo visitato alcuni dei progetti che l’associazione segue sul territorio ed è li che ci siamo scontrate con le realtà più dure. Abbiamo visitato, sia in Kerala che in Tamil Nadu, alcuni bambini che, sebbene vivano con la loro famiglia, vengono assistiti a distanza. Capanne con il tetto di foglie di palma, casupole fatiscenti senza bagno, senza luce, senza acqua corrente. Quasi sempre una sola stanza senza alcun mobile, solo uno stuoino buttato a terra per dormire tutti insieme.
Sapevamo dell’esistenza di situazioni così estreme, esistono in tanti paesi, se ne sente spesso parlare in tv e sui giornali. Ma trovartele di fronte, “toccarle con mano”, è tutto un altro paio di maniche. Noi siamo abituati a pigiare un interruttore e ad avere la luce in una frazione di secondo; lì per ore (in Tamil Nadu addirittura per 16 ore al giorno!) viene tolta la corrente elettrica. A casa apriamo un rubinetto e l’acqua scorre calda o fredda a nostro piacimento. Lì buona parte delle persone deve andare a prendere l’acqua alle fontane comuni o dal pozzo dei vicini, se vivono in condizioni più agiate.
Namasté e le persone che la supportano aiutano circa 1000 bambini che vivono in queste condizioni di estrema povertà a vivere in condizioni dignitose, a mangiare cibo sano e a studiare.
Con alcuni di questi bambini abbiamo trascorso un’intera giornata in un parco acquatico: ancora una volta, nonostante la vita difficile che comunque conducono, le uniche emozioni che ci hanno regalato sono state gioia incontenibile e spensieratezza. Correre su e giù nelle piscine, andare sugli scivoli, fare merenda e prendere un abbraccio o giocare a schizzarsi hanno reso la nostra e la loro una giornata indimenticabile.
Questo è l’obiettivo che secondo noi Namasté e le persone che vi lavorano contribuiscono quotidianamente a raggiungere: restituire l’infanzia e l’adolescenza a questi bambini e dare loro un futuro, una grande opportunità che diversamente non avrebbero.
È vero, siamo tornate a casa consce del fatto che c’è ancora tanto, tantissimo da fare, ma anche che l’impegno, la passione e la buona volontà di alcuni possono aiutare molto di più di quanto si possa immaginare.
Siamo tornate piene di India, di sorrisi e di calore umano.

Selena e Sabrina

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