Renjith chiede aiuto


Per molti di voi la consuetudine esistenziale di Namaste come Associazione, nel suo quotidiano, si dedica alla cura, all’istruzione, alla buona forma fisica dei bambini che voi sponsorizzate nel tempo o delle ‘nonnine’ con i loro problemi di salute ed una vita difficile che le vede usualmente ai margini della società locale.

Il volto classico di un lavoro quotidiano spesso prolungato nel tempo, negli anni, per garantire nel lungo periodo una vita felice all’interno delle nostre case-famiglia o direttamente nelle famiglie in cui i bambini crescono accanto ai loro cari, seppur ‘vittime’ involontarie di situazioni difficili.

C’è però anche un volto ‘estemporaneo’ della Nostra Associazione: quei piccoli difficili interventi in cui è coinvolta la salute, la richiesta di aiuto in casi di malattia od infermità da parte di persone che non appartengono stabilmente alla sfera d’influenza Namaste ma che cercano il nostro intervento direttamente sul territorio.

Interventi spesso una-tantum: richieste di aiuti nel coprire parte di debiti immobiliari o finanziari oppure medici in un Paese che tutto sommato si occupa anche di chi non ha un’assicurazione medica stabile ma con grandi limiti dovuti alle poche risorse economiche ed all’alto indice demografico indiano.

Il Kerala o il Tamil Nadu in questo non sono così immuni seppur in percentuale minore.

Interventi non facili che corrono in  aiuto a tutte le fasce d’età e sesso, che richiedono una prima analisi dell’assitente sociale dell’area coinvolta ed un ulteriore stadio di approfondimento per capire se effettivamente ed in quali misure Namaste può dare risposte.

E’ questo il caso di Renjith, uomo di trant’anni che un anno e mezzo fa ha subito un incidente automobilistico che l’ha reso infermo su un letto: la sorte ha beffardamente voluto che un conduttore di mezzi pesanti venisse privato, in un incidente stradale di macchina,  dell’uso di entrambe le gambe nonostante diversi interventi medici subiti.

C’è comunque una speranza: Renjith necessita di fisioterapie agli arti inferiori e di tutta una serie di attenzioni che la medicina pubblica non può completamente fornire; in queste situazioni solo chi ha molti mezzi economici riesce a fare per sè tutto ciò che è possibile, perché anche in caso di pensione d’invalidità la cifra sarebbe così bassa da non supplire ai costi e alla conseguente perdita del lavoro.

Si è trattato così di appurare e capire in quale forma Namaste avrebbe potuto mettere a disposizione qualche fondo in aiuto così io, Valeria Palmieri, Jaya (social-worker dell’area dell’uomo) e Vinod responsabile di tutti i social-worker in Namaste, ci siamo recati presso la sua abitazione.

Valeria si siede accanto a Renjith ed inizia a parlare con lui per capire in cosa, tra le mille cose di cui l’uomo avrebbe necessità, potrebbe consistere il nostro aiuto.

Un lavoro, ma quale?

Forse online ed in questo caso, nel futuro, dagli uffici interni potrebbe partire una ricerca per far sì che un uomo ancora fiducioso e sorridente, credente nella possibilità di una sorta di miracolo possa avere un’occupazione che gli garantisca un reddito (l’incidente l’ha portato alla conversione dall’hinduismo al cristianesimo e su questo non tragga nessuno una conclusione perché sono meccanismi comprensibili e complessi in un Kerala sinergico spiritualmente).

A Renjith occorre una fisioterapia stabile ma il costo orario sarebbe per noi insostenibile nel lungo periodo (all’incirca  sei euro giornalieri per molti anni) perché, ricordate, è un aiuto che esula dal consueto bilancio che deve garantire innanzitutto il ‘benessere’ di chi voi avete scelto direttamente di aiutare.

Però un giovane studente di medicina o una persona disposta ad imparare dal personale medico la fisioterapia necessaria alle gambe di Renjith, abbasserebbe di molto le spese e renderebbe possibile un nostro aiuto.

Nell’immediato Renjith necessita di un nuovo tutore alla gamba, una protesi per mantenerla salda e questo è da subito fattibile, chi di dovere si occuperà da subito di evadere la richiesta.

Qualche chiacchiera spensierata esulando dalla gravità della situazione, un chai (tè con latte) offerto dalla madre, qualche consiglio sul futuro perché nonostante la forza d’animo Renjith non deve assolutamente perdere fiducia e forza morale, leggendo, cercando un laptop ed una connessione internet per trovare un possibile lavoro online da casa o leggere e studiare nuove vie culturali: insomma lo sapete tutti, lo spirito è una grande arma di guarigione, la depressione l’inizio del declino e questo non può accadere.

Questa è stata l’ora trascorsa accanto alla famiglia tra momenti di profonda tristezza nel racconto dell’accaduto e delle sconfitte mediche e la vita di tutti i giorni di un uomo coraggioso, nel pieno della forza con la fortuna di avere una fidanzata che non l’ha mai abbandonato.

Una vera fortuna: l’amore in queste situazioni è una medicina naturale misteriosa  e profonda, un po’ come tutto l’amore che noi mettiamo affinchè quaggiù nel sud dell’India qualche sorriso in più nasca dal nostro operato.

Nicola Tenani

Novembre 2014