Diario indiano di un volontario Namaste: il dispensario diffuso in Tamil Nadu


Come si può leggere dal sito ufficiale, “Namaste” opera per garantire ai bambini ed ai ragazzi in condizione di povertà il diritto allo studio realizzando progetti di sviluppo, rivolti particolarmente alle donne, per aiutare le comunità che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico. Tuttavia, dopo più di vent’anni di sostegno dall’Italia ed in loco, vi è stato un cambio di rotta. O meglio, ciò che si può meglio definire una presa di coscienza: aiutare donne e bambini provvedendo per loro un tetto e garantendogli un’istruzione non era più sufficiente.

Abbiamo visitato Colachel, un villaggio sulla costa arabica del Tamil Nadu che, come per il Kerala, è stato afflitto da un ciclone circa otto mesi fa. I danni alle strutture, alle case, cosi come il lutto sul volto delle persone per la perdita dei loro cari, è ancora ben visibile.
In questa condizione di disagio e per l’assenza di strutture sanitarie, a Colachel, e nei villaggi circostanti, Namaste ha attivato un progetto di “dispensario diffuso”, per l’educazione, la sorveglianza sanitaria e la prevenzione, destinato a persone che vivono in povertà nei villaggi sperduti del Tamil Nadu.

Fulcro del progetto è la rete di “sentinelle della salute” che percorrono i vari villaggi. Sono “caregivers”, infermiere preparate e formate per il progetto. La gente le aspetta per farsi controllare la pressione, misurare la glicemia, ricevere consigli e informazioni sulle principali norme igieniche e avvertenze per la salute. E al periodico Medical Camp di villaggio, il medico completa il fondamentale lavoro dell’infermiere. Accorrono in tanti: donne, persone anziane e, per chi non può arrivare con le proprie gambe, l’infermiere si reca direttamente in casa. Si riempiono schede e raccolgono dati che serviranno a monitorare e migliorare un’esperienza che si sta dimostrando efficace e apprezzata.

In India, avere un problema medico rappresenta un enorme problema, specie per le famiglie più svantaggiate: infatti, non vi sono solo le spese mediche da affrontare ma anche il problema dei trasporti, cioè arrivare fisicamente all’ospedale, può già essere una ragione sufficiente per non ricevere le cure necessarie.

Namaste finanzia sia le medicine necessarie per coloro che ne hanno bisogno sia il medico e le assistenti. Dimenticate tuttavia il fascino della clinica all’italiana: la struttura messa a disposizione è una ex-biblioteca, per cui il concetto di “ambiente sterile e pulito” è lungi dall’essere applicato e le iniezioni, ad esempio, vengono fatte su una vecchia panca invece che sul classico lettino con carta igienica.

Coloro che ne beneficiano sono per la maggior parte donne ed anziani, accompagnati dai nipoti. La procedura è abbastanza semplice: innanzitutto, vengono aggiornati peso e livello di glucosio per tutti i pazienti, scrupolosamente annotati su un taccuino. In seguito, è il momento della visita: un controllo della pressione, dell’espettorato ed auscultazione del cuore per un controllo più approfondito. Una buona parte dei pazienti si reca in questo centro per problemi di artrite ma la maggior parte per malnutrizione: vitamine e proteine non sono mai sufficienti.

Le malattie che più spesso vengono trattate nei centri sono per lo più funghi, diabete, epatite e tubercolosi, malattie tendenzialmente più che gestibili nei paesi sviluppati ma che qui possono portare a conseguenze anche tragiche, specie se non gestite per tempo ed in maniera efficace.
Un altro grave problema che affligge questa zona è la presenza considerevole di malattie sessualmente trasmissibili, per esempio HIV. Sebbene i casi certificati siano pressoché irrisori rispetto ad altre malattie, i dati non forniscono un quadro puntuale della situazione. Infatti, il sesso è sempre stato e continua ad essere un argomento tabù in india. Per questo motivo, contrarre una malattia del genere non rappresenta solo una minaccia alla salute ma anche per la propria condizione sociale. I bambini con l’HIV vengono spesso discriminati nelle scuole e le donne emarginate dalla società perché considerate donne di facili costumi. Pertanto, la confidenzialità è un aspetto di cruciale importanza per questa clinica, rendendo possibile per tutte le donne ricevere assistenza sanitaria gratuita senza rischiare di compromettere la propria situazione.

L’india è e rimarrà un Paese povero, sia a livello economico che, suo malgrado, culturale. Un Paese rimasto quasi ad un secolo fa, dove una bambina con un severo caso di psoriasi può essere interpretato come una punizione divina, che “costringerà” la famiglia a nasconderla dagli occhi di tutti, se non peggio. In questa società, i soldi per le medicine non bastano e questa iniziativa, nata da un’idea di Antonella Chiadini e Gabriele Burnazzi del gruppo Namaste Rimini, anche se è una goccia in un mare di povertà è un supporto importante per tante famiglie bisognose e un valido aiuto per evitare drammatici problemi dovuti alla povertà o, ancora peggio, all’ignoranza.

Matteo Milani
volontario Namaste

21 luglio 2018

Galleria foto della visita:

ll progetto è finanziato dalla Fondazione Prosolidar e fa parte dei 33 progetti a livello nazionale che la Fondazione ha scelto di sostenere nel triennio 2018-2020.